Se esistono più neoformazioni sullo stesso organo/pezzo d’exeresi, bisogna praticare tanti prelievi quante sono le neoformazioni (questa indicazione è valida soprattutto per i tumori mammari multipli, che possono avere strutture e prognosi differenti).
I diversi prelievi vanno sempre identificati o con colori diversi o con punti di sutura o ponendoli in contenitori differenti, riportando sulla scheda anamnestica una didascalia che sia esplicativa e ne consenta una comprensione chiara e inequivocabile.
Il fatto che una neoplasia sia di piccole dimensioni non deve essere considerata a priori come un sinonimo di benignità.  Le piccole neoformazioni devono essere spedite per intero, dopo essere state almeno parzialmente sezionate in due parti simmetriche, in modo che la formalina possa agire efficacemente anche in profondità. Questa sezione deve essere fatta sempre quando si tratta di masse con almeno uno degli spessori/diametri superiore a 1-2 cm.
E’ importante  segnare sempre i margini di escissione chirurgica con inchiostro di china o tempere colorate ed è importante utilizzare diversi colori per identificare i margini craniale, caudale, dorsale o ventrale. Prima di fissare in formalina i materiali bisogna fare adeguatamente assorbire/essiccare i colori per almeno 20-30 minuti.
Per le masse di grandi dimensioni che non possano essere consegnate o spedite per intero al laboratorio sarà necessario effettuare prelievi multipli. In caso di tumori molto grandi è importante non inviare al laboratorio solo il centro che solitamente si presenta ischemico, emorragico o necrotico. È invece opportuno inviare la porzione più periferica (corteccia tumorale), dove si troveranno anche numerosi vasi linfatici che potrebbero essere sede di embolie neoplastiche e quindi di elevato valore diagnostico e prognostico. Anche in questo caso, eseguire sempre sezioni che consentano una adeguata e veloce fissazione del materiale, non dimenticando che la formalina penetra bene fino a 1-2 cm di spessore. Identificare e differenziare ogni singolo pezzo ottenuto con i metodi precedentemente descritti.
Per i tumori splenici bisogna sempre evitare di prelevare zone necrotiche e/o emorragiche e  eseguire i prelievi nelle bande tissutali intra o peri-tumorali che sono in genere più dense e più bianche. La milza non deve essere mai inviata per intero perché, prima che la formalina possa penetrare in profondità e fissare adeguatamente i tessuti, inizierebbero i fenomeni di lisi e necrosi. Bisogna quindi preparare dei tasselli, sempre di 1-2 cm, e procedere come indicato per identificarli.

Nel caso delle spedizioni di materiale istologico è consigliabile premunirsi nell’eventualità di smarrimento, distruzione o alterazione dei campioni e conservare, se possibile, parte del materiale da analizzare nella propria struttura. Quando le dimensioni del pezzo di exeresi lo consentono è bene fissarne una parte per sé e non spedirla, meglio insieme ad alcuni vetrini citologici ottenuti per impressione/ago fine dai pezzi inviati al laboratorio. Qualora invece il pezzo sia piccolo, e non suddividibile, è consigliabile fare almeno i vetrini citologici per impressione/ago fine e archiviarli. Così, nel malaugurato caso la spedizione fosse smarrita o danneggiata, ci sarebbe ancora del materiale biologico per una successiva analisi.